14-Corso di fotografia: la macrofotografia |
Scritto da Albino Grandesso |
Giovedì 07 Aprile 2011 22:34 |
La macrofotografiaAutore: Albino Grandesso Nel linguaggio comune, non strettamente tecnico, si usa il termine macrofotografia in riferimento a quelle immagini che rappresentano un soggetto a dimensioni più grandi di quelle reali.
Per le camere a film, la tecnica macro richiede l'uso di speciali lenti ed accessori, piuttosto costosi e progettati per potersi avvicinare al soggetto evitando le sempre possibili distorsioni. Uno dei vantaggi delle fotocamere digitali è che molte di esse possono fare eccellenti foto macro. In certi casi, alcune camere posono arrivare a distanze dal soggetto sorprendentemente brevi, in altri casi si usa lo zoom per ingrandire il soggetto e riempire lo schermo. In generale la velocità di scatto è piuttosto bassa, perciò non si raccomanda mai abbastanza l'uso di un supporto stabile per la camera o dell'autoscatto, per evitare quelle vibrazioni anche minime che possono facilmenta rovinare una ripresa. L'immagine molto ingrandita di un oggetto può essere molto divertente ma anche molto utile, perché si scoprono dettagli che tediamo ad ignorare se li osserviamo ad occhio nudo. Oggetti familiari rivelano forme, superfici e colori che ricordano l'arte o l'architettura moderna.
Ad un livello più pratico, la macrofotografia può essere impiegata in molti campi, fra i quali:
Quale che sia l'uso che ne facciamo, la fotografia macro presenta due grandi problemi: uno è la piccola profondità di campo di cui si dispone quando ci si avvicina al soggetto, e l'altro è la difficoltà di illuminare il soggetto in modo uniforme. Un terzo problema sorge quando si fotografa un oggetto bidimensionale, come un francobollo o delle banconote. Minore è la distanza dall'obiettivo e più evidenti saranno le aberrazioni lineari. Le linee rette risultano distorte facendo assumere all'immagine la caratteristica forma "a botte" che dovrà poi essere corretta con un programma di foto-editing. La profondità di campo La profondità di campo è determinata principalmente dall'apertura del diaframma. Una piccola apertura (alti valori di f) genera una profondità di campo maggiore di una grande apertura (bassi valori di f). Nelle fotocamere compatte che non hanno la possibilità di cambiare obiettivi, la combinazione camera-obiettivo è importante perché ogni camera ha il suo specifico fuoco minimo; controllate il manuale per verificare questo dato.
Inoltre, molte compatte non consentono di scegliere manualmente l'apertura del diaframma. Ciò significa che se il soggetto non è ben illuminato, la camera tenderà a selezionare una grande apertura, e quindi avremo una piccola profondità di campo. In caso di scarsa luce la profondità utile può ridursi a pochi millimetri. In caso di ridotta profondità di campo è importante posizionare il soggetto parallelo alla camera (vedi figura). Mantenersi il più possibile paralleli è il miglior modo di assicurarci che la profondità di campo sia uniforme per tutta l'immagine. Nelle fotocamere compatte più diffuse, le distorsioni indotte dall'obiettivo possono accentuarsi lavorando in modalità macro. Se si notano delle distorsioni, non significa che qualcosa non funziona nell'obiettivo o nella camera, ma semplicemente che quell'obiettivo non è stato progettato per l'uso principale in macro. In molti casi basta evitare linee verticali o orizzontali molto pronunciate nell'immagine. Anche le distorsioni di prospettiva sono possibili, proprio come per gli obiettivi grandangolari.
L'illuminazione La seconda sfida posta dalla macrofotografia al fotografo è quella di fornire al soggetto una illuminazione uniforme, e questo può rivelarsi abbastanza difficile quando la camera è molto vicina al soggetto. Il flash non può essere usato in modo efficace perché, essendo troppo vicino, può alterare i colori e provocare una sovraesposizione di parte dell'immagine. In questi casi è molto meglio escludere il flash e adottare un diverso metodo. Un'ottima soluzione per chi fa un uso intenso della fotografia macro è rappresentata dal flash ad anello applicabile al terminale dell'obiettivo. Autoalimentato, non richiede collegamenti con la fotocamera e produce una illuminazione perfettamente uniforme, anche se di potenza non altissima. Il lampo viene innescato dal flash ordinario della camera.
Illuminazione fai da te Quando si opera all'esterno si può sfruttare la luce solare ed una superficie riflettente per attenuare le ombre. All'interno si possono ottenere buoni risultati con le normali lampade domestiche e delle semplici superfici riflettenti. In questo caso non bisogna dimenticare di scegliere il giusto bilanciamento del bianco per le lampade ad incandescenza o a fluorescenza. Come riflettori si possono usare degli specchi o dei cartoncini bianchi. Una variante è quella di avvolgere i cartoni con una pellicola di alluminio per aumentarne il potere riflettente. Se necessario si usino più riflettori in modo da distribuire la luce sul soggetto. In tutti questi casi occorrerà sperimentare diverse soluzioni prima di trovare quella che dà i migliori risultati.
L'esperienza è la miglior guida possibile, ed il modo più rapido per acquisirla è di non badare il numero degli scatti; ricordiamo che scattare 100 foto digitali costa tanto quanto scattarne una.
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Ultimo aggiornamento Lunedì 23 Maggio 2011 17:52 |